La messa in macchina è una cerimonia pagana dall’esito
incerto nella quale un giovane professionista, detto Product Manager , viene
inviato presso una azienda di stampa con il compito di approvare la prima
tiratura di uno stampato.
Il giovane professionista in questione ha in genere studiato
economia , marketing & comunicazione, e di solito nulla sa del processo di
stampa , cionondimeno si suppone che sia in grado di ottenere un buon risultato
basandosi su un manufatto alieno detto “prova colore” .
Una cerimonia basata su simili presupposti può avere esiti
diversi che sono :
- il
PM si fida dello stampatore e accetta un risultato simile alla sua prova colore
ma una volta in ufficio viene severamente redarguito dal suo capo o peggio la
sua azienda contesta il prodotto .
- Il
PM non si fida dello stampatore e la cerimonia della Messa in Macchina può
protrarsi ben oltre la giornata lavorativa con un progressivo deterioramento
dei rapporti umani e interpersonali che non garantiscono comunque un buon
risultato.
Per far si che i casi sopra citati non si verifichino non è
necessario avere una conoscenza enciclopedica del processo di stampa ma
semplicemente conoscere alcune regole base che possono aiutare il PM a
raggiungere un risultato soddisfacente.
Le parti in corsivo
fanno riferimento alle norme UNI 12647 riconosciute a livello internazionale.
Un buon riassunto di
tali norme lo potete trovare cliccando qui .
Personaggi e interpreti
Cominciamo con capire chi sono gli attori della messa in
macchina :
- Il
Product Manager
- Lo
Stampatore
- L’Agenzia
o lo studio grafico che ha preparato il progetto grafico
- La
Fotolito che ha preparato i files (qualora non sia una funzione svolta
dall’agenzia stessa)
Del PM abbiamo già detto : è un professionista al quale ,
durante il suo percorso di studio, nessuno ha spiegato alcunché sulla stampa .
Si pretende tuttavia che si relazioni con altri
professionisti e ne ottenga rispetto e ascolto.
Questa situazione genera di solito tre diversi tipi di personaggio
:
- L’Intransigente
: “Voglio che lo stampato sia identico alla prova colore”
- L’Amicone : “ “Mi dica lei perché io ci capisco poco
ehehehe”
- Il
Professionista “Ho una prova colore certificata , lei segua le scale colore e
mi avverta quando i valori del foglio stampato corrispondono a quelli della
prova”
Il PM a “bordo macchina” si relaziona di solito direttamente
con il macchinista e spesso incontra queste tre tipologie :
- Lo
Zelante : “Lei dice che va bene il colore ? E se provassimo a dargli un pelino
di giallo in più ? Intanto che siamo qui…..”
- Il
Vecchio Alpino : “Ascolti , sono 40 anni che faccio questo mestiere….”
- Il
Professionista : “ Guardi adesso siamo a posto con la scala colore , mi dica se
posso girare o se ha altre richieste”
Il quadro di solito si completa con la presenza di uno o più
incaricati della agenzia che ha realizzato il progetto .
Può capitarvi di incontrare questi personaggi :
- Il
Creativo : “ma io pensavo a un colore più……croccante e meno glamour ma
sicuramente impattante”
- L’Account
: non dice nulla sullo stampato in sè , di solito è al telefono a organizzare
un aperitivo.
- Il
Professionista : parla poco , ascolta molto e se serve traduce in linguaggio
tecnico quello che voi state chiedendo allo stampatore.
Come è facile intuire dalla composizione del team che
assiste alla messa in macchina dipende fortemente il risultato finale .
Provate ad immaginare ad esempio a cosa può succedere se si
incontrano l’Intransigente , Il Vecchio
Alpino e il Creativo . Rissa quasi garantita.
Oppure se il team comprende l’Amicone , Lo Zelante e
l’Account : un messa in macchina di 5/6 ore come minimo.
Non potete sapere in anticipo se , come spero , incontrerete
dei Professionisti ma una cosa potete farla : leggere questo post e provare a
applicare le poche regole e suggerimenti che contiene.
Per creare un buon clima ci sono alcune cose che vanno
tenute in considerazione.
Bon Ton della Messa
in Macchina
Una macchina da stampa costa da 150 a 400 € all’ora a
seconda della sua grandezza e del numero di persone addette. Cercate di
essere puntuali all’ora che via hanno indicato per l’avvio della
lavorazione : troverete personale più rilassato e ne guadagnerete in credibilità.
Chiarite subito cosa vi interessa di più nello stampato
: ad esempio in un catalogo di intimo immagino vi interessi che gli
incarnati abbiano un colore naturale
oppure in un depliant aziendale che il colore del vostro brand sia simile a
quello riprodotto sul packaging.
Non chiedete l’impossibile : fate ad esempio una
raccolta preliminare di stampati presenti in azienda e provate a guardarli con occhio critico.
Sono tutti perfettamente identici dal punto di vista
qualitativo ?
Il logo della vostra azienda è sempre identico o varia con
il variare dei supporti (ad esempio carta o cartoncino generano forti
differenze nella resa del colore ) ?
Se , come spesso accade , la qualità degli stampati è
variabile datevi come obiettivo di ottenere un risultato tecnicamente perfetto
(qui di seguito spiego come si fa) e non contestabile a norma di legge.
Se lo stampato prevede un finissaggio successivo , ad
esempio una plastificazione , dovete sapere che questo influenzerà il colore
finale (ad esempio una vernice UV rinforza i toni di rosso e giallo , una
plastica opaca tende a spegnere i colori ) . Chiedete PRIMA allo stampatore di
attrezzarsi per farvi vedere quale sarà il risultato finale.
Di solito una azienda di stampa affida i finissaggi ad
aziende esterne e questo significa che dovrà mettersi d’accordo in anticipo con
il proprio fornitore per queste prove.
Dato che ci sarà una macchina ferma ad attendere i vostri
fogli di stampa è possibile che venga chiesto un rimborso per le ore di fermo.
Tenete conto della quantità di fogli che andranno stampati ,
quanti fogli “buoni” dovranno risultare alla fine e quanti ne sta usando lo
stampatore per raggiungere il risultato che chiedete..
Di solito uno stampatore destina circa 300/350 fogli alla
fase di avviamento, in caso di messa in macchina con il cliente magari ne
destina qualche decina in più ma se superate quella quantità (circa mezzo
bancale ) dovete sapere che :
- Lo
stampatore sta iniziando a perdere dei soldi e la sua disponibilità diminuirà
in proporzione
- Potrebbero
mancare dei fogli e la tiratura non sarà completa
- Una
parte dei fogli di scarto verranno comunque lasciati, a vostra insaputa, tra quelli di produzione ottenendo una
disomogeneità tra le copie
Non vi sto dicendo che verrete avvertiti di tutto ciò ma
semplicemente che accadrà quasi sicuramente : a nessuno piace perdere soldi e
gli stampatori non fanno eccezione.
Infine , se possibile, fate avere la prova colore in
anticipo allo stampatore ; probabilmente al vostro arrivo troverete la macchina
già pronta per la tiratura .
Il macchinista avrà già fatto parte del lavoro di set up
senza la pressione della vostra presenza e probabilmente avrà anche individuato
le eventuali difficoltà.
Strumenti di
riferimento
Lo strumento di riferimento più importante è la prova
colore .
Ricordate però che la prova colore è un riferimento non un
arma contundente da brandire contro tutto e contro tutti .
Lo stampato non sarà MAI uguale alla prova quindi sappiate
prima che dovrete trovare una soluzione che sia tecnicamente ineccepibile ed
esteticamente accettabile .
Per avere uno stampato tecnicamente a posto seguiamo le
indicazioni della norma ISO :
“La prova deve necessariamente
essere misurabile attraverso la stampa di una scala di controllo chiaramente
definita accanto al soggetto e deve essere eseguita secondo le condizioni di
stampa previste”
Tradotto in termini semplici possiamo dire che una prova
colore deve avere una scala come quella sopra rappresentata che permetta al
tecnico di misurare i riferimenti colore e confrontarli con una barra colore
identica presente sullo stampato.
Per fare ciò userà uno strumento che si chiama
“densitometro” con il quale leggerà i valori sul foglio macchina e li
confronterà sulla prova colore.

Può naturalmente essere necessario qualche aggiustamento per
raggiungere un risultato invece esteticamente diverso dalla prova colore .
Qui si entra nell’area del gusto personale o delle
indicazioni che esulano dalle specifiche tecniche : è l’area nella quale la
responsabilità diventa vostra e sappiate che alla fine dovrete mettere la
vostra firma su un foglio macchina.
Esistono molte prove colore ma fidiamoci di quello che dice
il commento alla norma ISO che qui riporto : “Si fa
riferimento alla miriade di stampe fornite dai clienti, alcune delle quali
anche molto belle, ma assolutamente incoerenti rispetto alle reali condizioni
di stampa e alle carte utilizzate. A fronte della consegna di una tale prova,
priva dei requisiti della prova contrattuale (scala riconoscibile e
misurabile), è comunque opportuno fare formale contestazione altrimenti può
poi risultare problematico ottenere lo stesso risultato nella fase di stampa.”
Il supporto sul quale si stampa è importante ai fini del
risultato finale.

Esistono prove colore certificate che simulano la variazione
generata dal supporto : richiedete che
le prove che vi vengono consegnate siano di questo tipo.
In questo caso un costo superiore ad altre prove viene
ampiamente compensato dalla fedeltà al risultato finale.

Portatene uno di vostra proprietà e se non lo avete fatevelo
comprare dall’azienda , vi salverà la vita in molte occasioni ma soprattutto
non dovrete affidarvi ai campionari Pantone del reparto stampa che di solito
non sono recenti e spesso sono costellati di ditate di inchiostro.
“I colori speciali
faranno riferimento a campioni definiti e identificati presenti in commercio o
a campioni appositamente preparati e approvati dal cliente e pure ad essi si
applicano le stesse tolleranze a seconda del procedimento di stampa, previste
dalle norme per i colori pieni di quadricromia, in assenza di specifici accordi
tra le parti”
Se lavorate per una azienda che ha creato dei colori
identificativi propri dovete comunicarlo per tempo allo stampatore e se avete
delle style guide con i colori stampati in modo corretto portateli con voi alla
messa in macchina .
Due punti di attenzione a questo proposito :
- la
style guide non deve avere più di sei mesi altrimenti i colori non sono
attendibili.
- L’occhio
umano non è infallibile , se dovete confrontare lo stampato con la vostra style
guide e li sovrapponete il foglio sottostante sembrerà più scuro. Invertendo la
posizione il risultato cambierà completamente.
Per ovviare a questo difetto dell’occhio umano c’è un metodo
.
Poniamo il caso che la
vostra azienda abbia un blu specifico e lo stampato ha un’area con quel
blu.
Prendete la style guide , ritagliate un rettangolo e
sovrapponete la zona rimasta vuota alla zona blu dello stampato.
Il confronto tra il colore circostante e quello dello
stampato risulterà più semplice .
Tips and tricks
Veniamo infine a qualche piccolo trucco o suggerimento .
Portatevi un lentino o fatevelo regalare alla prima messa in
macchina alla quale assisterete.


Se ne vedete più d’uno allora l’allineamento dei colori non
è perfetto e la qualità della stampa ne risentirà in modo sensibile.
Se lo stampatore vi dice che non ha la possibilità di farvi
vedere il foglio verniciato o plastificato portatevi del nastro adesivo
trasparente (meglio se alto 4/5 cm) e attaccatene un pezzo sullo stampato .
Simulerà in modo abbastanza fedele la plastificazione lucida o una verniciatura
UV.
Se sono necessari avvicinamenti progressivi al risultato
finale mettete da parte dei fogli , numerateli e scrivete delle piccole
annotazioni tipo “più rosso” o “meno giallo”.
Vi garantisco che dopo un po’ farete fatica a ricordarvi in
cosa differiscono le diverse versioni e a ricordavi perché avete chiesto una
modifica.
Volete infine evitare che lo stampatore vi odi ? Non dite
mai :”ma sa che alla fine tutto sommato mi piaceva di più il primo foglio che
mi ha fatto vedere….”
La regolazione del colore su una macchina da stampa
litografica è possibile in senso verticale rispetto all’ingresso del foglio
nella macchina .
In altre parole la regolazione dell’inchiostro è possibile
in un solo senso .
Questo significa che se chiedete di modificare un
particolare al punto A (“mi aumenta il rosso per favore ?”) vi ritroverete una variazione identica nella
parte sottostante B e non è possibile fare diversamente.
Le macchine da stampa non sono fatte per partire e fermarsi
in continuo .
Il colore si dice che deve “scaldarsi” e la macchina ha
bisogno di girare per raggiungere l’assetto ottimale.
Quando avete raggiunto un risultato accettabile date il via
alla produzione e attendete che la macchina abbia raggiunto i 200 o 300 fogli
di tiratura.
Fatevi dare un paio di fogli a quel punto e confrontateli
con quello approvato : dovrebbero essere uguali ma se non lo sono sappiate che
la tiratura reale non sta seguendo le vostre indicazioni.
Le luci sono fondamentali soprattutto perché il colore è
luce e pertanto reagisce in modo diverso a diverse fonti di illuminazione.
Se lo stampatore dal quale vi siete recati è un
professionista dovrebbe avere delle luci fredde montate sul tavolo sul quale
esaminate lo stampato.
Sono le luci ideali per verificare un risultato di stampa
perché non influiscono sulla percezione del colore distorcendolo.
Due cose da non fare mai :
- Guardare
lo stesso stampato sotto luci di diverso tipo , otterrete solo di non riuscire
più a decidere .
- Esaminare
lo stampato alla luce del sole . Se decidete però che vi fidate solo di quella
fonte allora non esaminate più lo stampato sotto altri tipi di illuminazione ,
non riuscireste più a capire che direzione prendere.
Come risulterà chiaro , la Messa in Macchina è una cerimonia
che dipende solo in parte da voi per una buona riuscita ma secondo me il PM può
fare molto perché si risolva in un successo .
Le indicazioni che ho cercato di dare in questo post richiedono
tempo per essere assimilate ; la cosa migliore a mio parere è rileggerle dopo
aver partecipato a una messa in macchina e probabilmente il loro significato si
chiarirà ancora di più.
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