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domenica 29 aprile 2012

Packaging Proustiani #1

Milano , giornata primaverile. Sui Navigli strappati per un giorno alla movida prende vita un mercatino vintage .
Tra bancarelle di mobili , quadri e vestiti mi imbatto in questa esposizione di packaging d'epoca.
Fotografo con frenesia tutto quello che posso e dentro di me mi dico "sei proprio malato"...
Mi accorgo poi che chi si avvicina commenta :"la Citrosodina come a casa di mia nonna !" oppure "le Valda che teneva sempre in borsa mia mamma".
Ma come, mi dico , ma il packaging non è un semplice involucro ? Non è il prodotto in se che conta ? Il consumatore non è diventato esigente e informato di tutto ?
Evidentemente per quanta citrosodina tu possa aver assunto nella tua vita , quella che ti dava la nonna prendendo un piccolo cucchiaio e tuffandolo in quel pack si è fissato nella tua memoria assieme alla dolcezza della nonna e alla tua meraviglia di bambino



La regola della banana

Qualche anno fa (forse troppi) , all'interno di un workshop per P.O.P.A.I. , mi chiesero un focus sul packaging e sulle difficoltà che si possono incontrare nella progettazione di un artefatto comunicativo che funge da interfaccia tra consumatore / utente e prodotto.
Io mi presentai mostrando al pubblico una banana e un cd ancora sigillato.


La banana , spiegai , assolve da sola alla funzioni più importanti di un packaging :
  • Identifica il prodotto in maniera inequivocabile
  • E' unico e immediatamente riconoscibile
  • E' facile da gestire e da stoccare
  • E' esteticamente piacevole
  • Si apre con facilità anche se l'utente presenta difficoltà nella manipolazione (pensiamo ai bambini e agli anziani)
  • Inoltre , grazie alla sue macchie che diventano più scure con il passare dei giorni , fornisce informazioni chiare sulla sua data di scadenza che si aggiornano automaticamente. 
In altre parole fornisce in modo comprensibile informazioni fondamentali sul prodotto stesso. 
Mostrai poi al pubblico il cd confezionato e chiesi chi fosse mai riuscito ad aprire uno di quei prodotti senza l'ausilio di un taglierino o di unghie molto affilate.

Conclusi dicendo che in fondo , quando si progetta un packaging o uno strumento destinato a comunicare con il consumatore (un espositore o un cartello da vetrina) la Regola della Banana va sempre tenuta presente.
La creatività insomma può andare d'accordo con la semplicità e un progetto di comunicazione non può essere mai più complesso del progetto perfetto che è riassunto in una semplice banana.
Ecco , la filosofia che che sta dietro al mio modo di intendere la comunicazione nel punto di vendita è esattamente questa : 
  1. Andare oltre le logiche correnti
  2. Approfondire , studiare , capire
  3. Essere consapevoli che nessun progetto supererà mai in efficacia e semplicità quello di una semplice banana